Fare l’autista con Torello? Una scelta di vita. Antonio Albano si racconta

3 Dic, 2019

Potrebbe disegnare la cartina dell’Europa ad occhi chiusi, farne una classifica per organizzazione, parcheggi, qualità delle strade… Tra gli “autisti storici” Antonio Albano, esperienza ultratrentennale con Torello, ha ricevuto il suo MB Special Edition.
Un modello con più cavalli e una cabina Gigaspace, più grande delle altre. Insomma, una specie di suite su ruote.

I nuovi Actros vanno a nozze con autisti di grande esperienza

Gli abbiamo rivolto qualche domanda nel giorno in cui ha ricevuto il suo nuovo mezzo e ci è sembrato – ma questo già lo sapevamo – uno di quegli uomini che non si trova in giro facilmente, che indossa la parola dedizione come un impegno morale. Perché ascoltare parole come: “ti senti sempre come in famiglia” risuona con un certo effetto, specie quando sono loro a dirlo.

Come ti chiami?
Antonio Albano.

Di dove sei?
Sono originario del Belgio, ecco perché – amichevolmente – mi chiamano “il belgese”. Sono stato in Belgio per 20 anni, poi sono venuto qui a Montoro ed ho iniziato a lavorare con Nicola Torello.

Da quanto tempo lavori per il Gruppo Torello?
Ormai sono quasi 30 anni.

Quanti km credi di aver percorso in questo tempo?
Con una media di almeno 150mila all’anno, dovrei essere sopra i 4 milioni e mezzo di sicuro.

Quando e come è nata la tua passione per questo lavoro?
Mi piace sempre dire che tutto è nato per un capriccio. La storia è iniziata quando sono salito la prima volta sul camion con mio zio. Ho guidato per circa 100 mt, così giusto per provare, non riuscivo a far entrare la seconda marcia ed ho frenato troppo bruscamente, come se il camion fosse un’auto, facendo urtare mio zio contro il cruscotto. Mi disse di scendere dal camion perché non faceva per me.
Ho accettato la sfida… ed oggi, dopo trent’anni, eccomi qua.

Il posto più bello che hai visitato durante un viaggio?
Ho girato tutta Europa, il posto più lontano forse è stata la Danimarca, ma mi piace sempre tornare in Belgio, dove ho comunque una parte della mia famiglia. Diventa l’occasione giusta per passare a trovarli. Mi piace cambiare sempre posto: sicuramente la Germania e l’Inghilterra sono tra i più belli. Le città meglio organizzate sono sicuramente quelle tedesche; come qualità delle autostrade e dei parcheggi, invece, ritengo che la Francia sia il Paese numero 1.
In questi anni ho imparato un po’ di lingue per farmi capire, soprattutto durante il lavoro. Parlo benissimo il francese, un po’ di inglese e tedesco.

Come sono cambiati i veicoli e questo lavoro nel tempo?
Beh, i cambiamenti ci sono stati. Pensa che quando ho iniziato si camminava mappa cartacea alla mano, senza navigatore, senza strumenti e tecnologia come l’intarder o il cambio automatico. Era tutto manuale. Adesso, con la tecnologia che avanza sempre più, il nostro ruolo è sicuramente facilitato in alcune fasi, ma c’è sempre da imparare, da stare attenti. La passione è fondamentale: la cura del camion, il carico e lo scarico… sono tutte fasi che spettano all’autista e al suo rapporto col lavoro.
Da quando ho iniziato c’è stato un cambiamento dovuto alla tecnologia del 70-80%, ma anche a livello organizzativo ci sono state evoluzioni. Qui in Torello, ad esempio, abbiamo iniziato quest’avventura in 40 persone: si faceva tutto insieme, il sabato si preparava il carico… e poi si andava a pranzo insieme. Ora la famiglia è cresciuta, si è allargata.
Ciò che non è cambiato, in Torello, sono i valori: qui il clima è sempre familiare come 30 anni fa, ti senti sempre come in famiglia.

Un episodio e/o un luogo che ricordi con piacere?
I momenti trascorsi in allegria con i colleghi, quando dopo aver scaricato i nostri veicoli abbiamo trascorso delle belle serate insieme. Prima era più facile incontrarsi e organizzarsi anche per vedersi, adesso i ritmi e i viaggi sono diversi, ed è più complicato far combaciare
tutte le necessità.

Durante i tuoi viaggi ci sono regioni o zone che ami particolarmente, magari per la cucina? Un posto o un piatto preferito?
Per la maggior parte cucino da me, è raro che vado al ristorante. Vivo in pieno la vita di autista.

Hai già guidato il nuovo Actros? Che ne pensi?
No è la prima volta, di sicuro un bel veicolo caratterizzato da tanta tecnologia.

Il prossimo viaggio?
Destinazione Germania.

Immaginare oltre 4 milioni di chilometri è essa stessa un’impresa, ma è già tutto pronto per il prossimo viaggio. Oggi non tanto è importante conoscere la strada, ma conoscere la tua strada. Questa è la consapevolezza che ci fa crescere.