Arriva puntuale come ogni anno la classifica de Il Giornale della Logistica – n.6 luglio/agosto 22 – che analizza i bilanci e li traduce in una graduatoria che va un po’ oltre l’oggettività dei numeri: parla di permanenze storiche nel ranking, misura i divari tra le varie aziende, riconosce l’abbondanza di piccole grandi imprese che eppure resistono!
Per noi, da otto anni consecutivi in classifica, i bilanci del 2020 presi in esame per stilare la graduatoria rappresentano lo spartiacque di un’economia guidata da chi ha saputo rapidamente adattarsi, che invece penalizza chi ha fatto fatica a reinventarsi.
Ma i conti devono quadrare anche quando nel 2020 secondo le stime del FMI il PIL mondiale è diminuito del 3,3 per cento registrando la più forte contrazione dalla seconda guerra mondiale e il commercio, a seguito delle restrizioni alla mobilità di merci e persone, si è ridotto dell’8,9 per cento. Ad oggi infatti se si guarda alla classifica non ci sono cambiamenti nelle prime posizioni che restano salde con in testa DHL, Gruppo Savino Del Bene e BRT Corriere Espresso, poi 1.007 imprese di cui le prime 65 hanno un fatturato superiore ai 100 milioni di euro. Di queste, 45 hanno casa madre italiana e siamo fieri di rientrare in entrambi i parametri.
Insomma, pandemia a parte, i protagonisti indiscussi della logistica da un po’ di anni a questa parte sono lì e, tempi incerti come quelli che stiamo vivendo, possono aprire a imprese e imprenditori riflessioni di più ampio respiro. Pensiamo ad esempio alle operazioni di merger & acquisition da parte di grandi gruppi verso piccole imprese, trend in forte crescita nel settore della logistica, che possono favorire processi di crescita grazie ai quali un’impresa ottiene le risorse necessarie per attuare strategie più efficaci.
Sono tendenze già in atto che vanno verso una costante riduzione del numero di operatori presenti nel settore (imprese piccole) orientando il business su player più strutturati. In una recente intervista proprio a Il Giornale della Logistica Antonio Torello ha richiamato il trend – “Nel futuro mi aspetto una riduzione costante del numero di operatori e una crescente concentrazione verticale e orizzontale tramite operazioni di mergers & acquisitions o networking da parte di player del proprio settore”.
Se vi abbiamo incuriosito, la nostra posizione in classifica è qui.