È tra gli autisti storici. Di quelli che interpretano da sempre la devozione al Gruppo attraverso i valori originari. Ma la devozione qui è essa stessa valore.
Nessun concetto complicato, Feel transport viene fuori così, rivolgendo loro qualche domanda; perciò quando gli abbiamo consegnato le chiavi del nuovo Actros, spontanee sono partite un paio di dichiarazioni – “in livrea Torello io non sono Raffaele Carratù, io sono un ambasciatore Torello”. Perché, come la interpretereste voi questa affermazione?
Noi tra le righe abbiamo letto proprio quel Feel transport che anima tutto il Gruppo Torello.
Oggi più che mai.
Come ti chiami?
Raffaele Carratù.
Di dove sei?
Castel San Giorgio (SA).
Da quanto tempo lavori per Torello?
1989/1990 da snc a srl.
Lavoro con il Gruppo Torello dal 1989.
Quanti km credi di aver percorso in questo tempo?
Non ho mai tenuto un conto di preciso, ad occhio e croce di sicuro più di 3.500.000.
Quando e come è nata la tua passione per questo lavoro?
Ho iniziato a fare l’autista durante il mio servizio militare, in Aeronautica a Ciampino: guidavo i veicoli antincendio e i mezzi per il rifornimento degli aerei.
Al termine del servizio militare sono tornato a casa, già conoscevo Umberto e la famiglia Torello ed ho iniziato a lavorare per la loro azienda. Fin da subito non sono stato trattato come un autista ma come un figlio da Nicola e come un fratello da Umberto ed Antonio.
Per me la Torello è una vera e propria famiglia.
Lo stesso Nicola mi ha trasmesso i valori che ancora oggi rappresentano lo stile Torello: rispetto, educazione, senso di responsabilità sul lavoro. Valori fondamentali che portiamo in giro con il marchio Torello.
Il posto più bello che hai visitato durante un viaggio?
Tra i posti più belli ed affascinanti sicuramente la Scozia con i suoi paesaggi e la Francia, con i castelli della Loira e Bretagna; il bello dei viaggi all’estero è proprio quello di confrontarsi con le regole, le abitudini, gli usi e i costumi degli altri. Il tutto in livrea Torello: quando mi reco dai clienti, in Italia o all’estero, io non sono Raffaele Carratù, io sono un ambasciatore Torello.
E il posto più lontano?
Con Torello ho girato tutta Europa, di sicuro il posto più lontano è stata la Scozia, per consegnare gruppi elettrogeni per un’azienda di Avellino.
Come è cambiato nel tempo il ruolo del camionista?
Ormai c’è bisogno di una visione di insieme differente rispetto a prima: lavori nuovi, posti nuovi, una tecnologia che avanza sempre più. Il cambiamento più grande riguarda sicuramente l’aggiornamento dei veicoli, sempre più all’avanguardia per un trasporto migliore e più sicuro. La tecnologia ci ha sicuramente aiutato molto, l’assistenza su strada ci supporta.
Un episodio e/o un luogo che ricordi con piacere?
Sicuramente aiutare persone in difficoltà in autostrada: ricordo in particolare una volta in autostrada, notai una donna che si sbracciava e richiamava l’attenzione delle auto e dei camion in transito, aveva bucato ben due gomme della sua auto e, trovandosi da sola con due bambini, non sapeva come fare. Mi sono fermato immediatamente e le ho prestato soccorso. Non vi dico la gratitudine nelle sue parole. A volte basta poco, ma sono quelle cose che ti cambiano la giornata.
Ascolti musica durante i tuoi viaggi? Musica e artista preferito?
Certo, i miei artisti preferiti sono Dire Straits, Pink Floyd e Pino Daniele.
Durante i tuoi viaggi ci sono regioni o zone che ami particolarmente, magari per la cucina? Un posto o un piatto preferito?
Mi piace molto cucinarmi da me, non sono un gran mangione e tengo molto alla linea. Tra le
regioni preferite di sicuro la Toscana. Ma alla cucina preferisco abbinare sempre tanto sport. Quando posso porto con me la mia bici (ibrida). In un weekend ho girato tutto il Lago d’Iseo.
Hai già guidato il nuovo Actros? Che ne pensi?
È il terzo Mercedes, ma per la prima volta il nuovo Actros. Non vedo l’ora.
In futuro sarà sempre più centrale l’aspetto dell’innovazione tecnologica per ridefinire il ruolo dei driver, ma l’enorme vissuto che viaggia su ruote è fatto di episodi e musica di sottofondo: un microcosmo, che nasce lungo le strade, tanto grande quanto grande è l’umanità di chi viaggia a ritmo costante.
Per accompagnare questa trasformazione nell’autotrasporto e nella logistica bisogna mettere in campo uomini intelligenti e consapevoli.
Noi ce l’abbiamo.