Tenersi per mano nella crescita dell’azienda: Antonia Ferrari

25 Mar, 2022

Accompagnare è indice di grande intelligenza. Antonia Ferrari – Key Account Manager – da 8 anni e 6 mesi in Torello ha avuto un percorso di crescita importante. Oggi coordina le attività sales aziendali, un ruolo in cui lascia entrare tutta la sua personalità.
Lodigiana, figura trasversale, Antonia è necessaria in azienda perché parla un linguaggio umano. Quando si parla di trasversalità si fa un gran dire di figure retoriche, quella di Antonia è una trasversalità che passa per il sentire: dice parole consapevoli, vede sotto gli occhi tutte le possibili soluzioni, ha orecchie tese al cambiamento.
Andiamo con lei all’inizio del cambiamento.

Il rapporto con Torello. Quando è nato e come si è evoluto.

È l’ottobre del 2013, ovvero l’anno dei cambiamenti. Entro in Torello sei mesi dopo l’approdo al nord, quando la proprietà nella figura di Umberto decide di aprirvi la primissima filiale fittando parte di un capannone. Mi passa questa opportunità proprio di fianco perché lavoravo sempre in un’azienda di trasporti per cui mi occupavo del mercato domestico, ma non mi sentivo soddisfatta. Dall’altro lato Torello cercava un respiro più internazionale: sono laureata in lingue e ho la passione per l’estero! Io dico che ci siamo incrociati.
Nel corso del tempo il mio ruolo si è evoluto, mi sono adattata alle necessità dell’azienda seguendola nel suo stesso sviluppo e, in questa fame di mercato, ho cercato di tenere il passo. Oggi ricopro un incarico importante, un gradino appena “sotto” Umberto Torello con il quale lavoro spalla a spalla. Mi interfaccio con una certa frequenza anche con Concetta e Antonio che si occupa dell’aspetto tecnico.

Quel che mi piace sottolineare è che ho avuto la fortuna di avere da subito feeling con tutta la famiglia. I Torello ti danno tutto se hai un determinato approccio e questa reciprocità mi porta a non avere dubbi. Tant’è che ricevo tuttora proposte che mi porterebbero altrove ma, al di là del riconoscimento economico, il tipo di rapporto che si è venuto a creare, la stima che hanno di me e la libertà di cui godo sono valori che non considero traslabili in un’altra azienda.

Tre aggettivi per Torello

Flessibile. La logistica non ha confini perciò il mio ruolo e la mia formazione in lingue li trovo particolarmente aderenti a questo affascinante mondo. Il mio bagaglio linguistico e lavorativo mi permettono di ampliare gli argomenti con i clienti. Spesso si parte da una richiesta di base che, nel corso delle trattative, potrà essere ampliata dall’emergere di nuove esigenze che non si erano prese nemmeno in considerazione. Questo significa non limitarsi a certi argomenti con le aziende: ti sposto un pacco ok, ma possono venir fuori altri discorsi (l’invito ad una conferenza, un progetto green…).

Dinamica. Come me. Se l’azienda chiama la mia risposta è sì!
Chiaramente riesco ad esserci sempre perché alla base c’è una situazione nella vita personale che mi permette di farlo (anche il marito lavora in Torello, nel reparto amministrativo). Sono moglie, mamma ma in generale mi sento di dire che se abbandoniamo schemi di comportamento limitanti i risultati ripagano!

Passionale. È un aggettivo che generalmente si associa ad una persona ma io ci rivedo Umberto Torello. Umberto è la passione fatta persona.
La stessa passionalità rivedo in ciascuno di loro, Concetta e Antonio, ognuno nel proprio lavoro, ha gran voglia di fare. Qui non ci si stanca mai, ogni giorno c’è qualcosa da proporre, da portare avanti e la considerazione che ti viene data per farlo è indiscutibile. Personalmente, do tutto il mio supporto, anche se mi si chiedono cose che non attengono al mio ruolo. Chiaramente poi i progetti devono andare avanti, non sono gelosa del mio lavoro.

Il ruolo ricoperto. Responsabilità e visione personale.

Dalla posizione di key account manager ho la possibilità di riscontrare quanto la trasversalità stia caratterizzando le scelte del settore. Carico completo, distribuzione, navettaggi legati alla logistica, le richieste non sono più limitate a questi servizi.
Ci stiamo rendendo conto che porsi in maniera trasversale porta solo vantaggi, puoi davvero trovare quell’aspetto che ti permette di essere più appetibile rispetto ai competitor.

Torello ha tante quote rosa. Tu come la vivi?

C’è sempre una certa reticenza nel vedere una donna seduta al tavolo delle trattative
ma tutto si risolve nell’approccio. Io sono il più professionale possibile; ci ho messo un po’ per far valere le mie ragioni ma con un approccio che mostra le competenze si riesce davvero ad arrivare in modo tranquillo ai propri successi personali.

Essendo una figura trasversale, come vedi il futuro di Torello?

Se penso alle figure che verranno, e a quelle che oggi fanno parte del management, credo che più andremo avanti più avremo bisogno di risorse specializzate.
Sono testimone dell’inserimento della generazione successiva in azienda che giudico portata avanti in maniera molto intelligente. I Torello vogliono affiancare i loro figli a figure di riferimento ed è una prospettiva positiva, da non sottovalutare, perché c’è la volontà di farli partire dal basso, fargli fare gavetta. È una responsabilità che sono chiamata a fare e farò. Accompagnare è indice di grande intelligenza, se hai questa consapevolezza ti può portare solo aspetti positivi. Ci sono realtà familiari che quando sono subentrate i figli sono fallite.

E poi vedo grandi prospettive di crescita. Per sua stessa natura, problematiche ce ne sono in abbondanza, ma è una caratteristica del settore e con l’attitudine avuta fino ad oggi riusciremo a cavarcela perché siamo una garanzia del trasporto a livello europeo.

Che consiglio daresti a chi si affaccia in azienda?

Essere curiosi. È un settore che richiede umiltà e voglia di fare, occorre mettere in conto di sbagliare e imparare dai propri errori. E poi bisogna fare squadra, possibilità che ci viene data. Dentro l’azienda ci sono tante piccole aziende, dentro questo viaggio ci sono tanti viaggi, ma non dobbiamo dimenticare che il nome che abbiamo sotto la nostra firma è lo stesso: dobbiamo muoverci con questa idea.

Sceglieresti ancora questo lavoro?

Non c’è nemmeno da argomentare. C’è una reciprocità totale tra me e il mio lavoro. È il mio essere, mi ha dato tanto e continuo a dare tanto.